Scolpito nel XII secolo, il Labirinto è situato nella parte destra della cattedrale di San Martino a Lucca.
Originariamente il bassorilievo riporta un’iscrizione in latino ancora ben visibile alla sua destra HIC QUEM / CRETICUS / EDIT DEDA – / LUS EST / LABERINT / HUS DEQ(U)- / O NULLU – / S VADER – / E QUIVIT / QUI FUIT / INTUS / NI THESE – / US GRAT – / IS ADRIAN – / E STAMI- / NE IUTUS che possiamo tradurre con: “Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna”. Al suo centro vediamo una figura consumata dal tempo che secondo alcuni studiosi raffigurava Teseo e il Minotauro.
Perché troviamo un’iscrizione pagana in una chiesa cattolica? Nell’antichità il labirinto ha sempre simboleggiato il caos primordiale e il tentativo dell’uomo di imporgli un ordine. Una viaggio personale pieno di pericoli nei meandri del cervello, che sottintende la possibilità costante dello smarrimento, della pazzia, del disorientamento. Nel corso della storia al labirinto vennero attribuiti anche poteri magici, scaramantici e propiziatori, nelle cui spire vengono attirati e intrappolati gli spiriti maligni.
Nella leggenda del labirinto di Teseo e Arianna troviamo però un labirinto monocursale, che inganna ma solo con la sua apparenza, giacché non presenta ne bivi ne deviazioni: lo stratagemma di Arianna quindi, viene a rappresentare più che la salvazione, una condotta. Nell’uomo antico questa veniva identificata con la razionalità.
Il cattolicesimo prese in prestito questa potente simbologia e ne fece allegoria di fede.
- Cm. 19 x 19
- Manufatto in ceramica bianca, modellato a mano, seccato a temperatura ambiente e cotto a 950°.
- Colorazione con terre naturali e fissaggio del colore a cera.
Nel retro dell'oggetto è presente un anello grazie al quale è possibile appendere la creazione al muro.